Le PMI italiane si sono ritrovate ad affrontare una fase di cambiamento, voluta anche dalla situazione di emergenza sanitaria ed economica attuale. Proprio la situazione emergenziale che stiamo vivendo, le ha portate a adottare misure straordinarie per preservare la continuità produttiva, riconsiderando anche l’organizzazione del lavoro.
La prima puntata è dedicata all’HR management, e cioè a tutte quelle iniziative che riguardano il personale che sono state messe in atto per garantire la sicurezza dei propri dipendenti senza andare ad inficiare sulle attività di business, come ad esempio l’adozione dello smart working come nuova organizzazione del lavoro. Inoltre, nella seconda parte del report emergono i rapporti con le università e vengono analizzate le modalità di selezione e le leve per attrarre e trattenere talenti.
Dalla nostra analisi emerge in modo evidente che le persone vengono poste al centro dell’impresa e concepite come espressione di valore e fattore di competitività differenziante.
L’adozione dello smart working, come nuova modalità di organizzazione del lavoro, è aumentata di oltre 8 volte e questo, di conseguenza, ha spinto le imprese a un’accelerazione in termini di technology adoption. Significativa, inoltre, la quota di PMI (21%) che ha contribuito alla spesa domestica dei propri collaboratori, rimborsando i costi relativi all’elettricità e alla connessione internet.
Nella seconda parte del report vengono analizzate le modalità di selezione delle risorse umane e della gestione dei talenti, oltre che alla collaborazione delle PMI con il mondo dell’istruzione e della ricerca. Sia nella selezione delle risorse sia nel rapporto con le università si sottolinea uno stretto legame con il territorio, molto rilevante il dato della collaborazione tra PMI e sistema educativo, che riguarda una PMI su due con tirocini, alternanza scuola lavoro e investimenti per la ricerca. Questi ultimi soprattutto per le PMI di maggiori dimensioni.
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