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Isol Marine: una storia di artigianalità industriale

Come nasce la vostra azienda?

Siamo partiti come coibentatori navali: è stato mio padre a cominciare. In un primo momento, nel 2014, eravamo 4 dipendenti. Non sono nato come imprenditore ma come operaio e ho continuato a esserlo anche quando ho fondato la mia attività.

Questo mi ha permesso di comprendere e capire il lavoro del mio team. Una squadra che ho costruito con non poche difficoltà. I primi tempi, come per ogni azienda, infatti non sono stati floridi. La prima svolta è stata l’acquisizione di un capannone: in poco tempo il lavoro è aumentato e, ovviamente, anche il fatturato è cresciuto.

Nel “miglior periodo” in cui fare un investimento, ossia il 2020, abbiamo deciso di aprire una falegnameria, grazie anche al supporto Banca Ifis per l’acquisto dei macchinari. Sei mesi dopo abbiamo iniziato con la fabbricazione di arredi di bordo e relativo montaggio a bordo. È stato ed è per noi un grande momento, questo ci ha permesso di ottenere ordini per prestigiosi progetti dai più importanti Cantieri Navali Italiani.

Per fare l’imprenditore ci vuole un po’ di pazzia. Abbiamo investito tutto quello che avevamo a disposizione, anche fondi personali. Ma non abbiamo mai mollato ed è stata questa la nostra forza.

Siamo consapevoli di operare in un settore che, al momento, non conosce crisi: abbiamo chiuso lo scorso anno perché ci hanno fermato, non perché non avessimo più lavoro. In quel periodo sono stato un po’ preoccupato perché avevamo allestito da poco la falegnameria. Questa breve pausa, in controtendenza a quello che succedeva in altri in settori industriali, ci ha portato molto più lavoro, tale da avere una programmazione di lavoro triennale ed assicurare lavoro ai nostri 70 dipendenti.

Per voi investire in innovazione cosa vuol dire?

Scommettere su qualcosa che ti aiuta a ridurre le ore di lavoro, incrementare la qualità dei prodotti, ideare un progetto e/o prodotto nuovo, benché consapevoli dei limiti del nostro settore.

La coibentazione industriale e navale non è un business in cui puoi inventare qualcosa di nuovo. Quello che può crescere all’interno dello sviluppo è la continua ricerca di materiali innovativi e performanti e attività di programmazione e analisi costi. ,

La coibentazione rimane il nostro core business,. mentre il Business delle coperte di teak esterne e l’Interiors, invece, saranno le attività dove Isol Marine concentrerà i suoi più importanti investimenti, perché sarà lì che si vedrà la differenza a lungo termine

Isol Marine deve il suo successo alla capacità di aver creato al suo interno una manodopera specializzata, ma anche ad aver diversificato il suo business grazie a una visione futuristica del settore.

Qual è la più grande soddisfazione sul lavoro?

Penso che il fattore determinante sia poter garantire il lavoro a un numero consistente di persone: abbiamo 70 dipendenti, di cui il 90% a tempo indeterminato. Perché poi alla fine si va avanti grazie a loro. Possiamo mettere a disposizione tutto, ma se non hai un buon team dietro, non si va tanto avanti: la nostra priorità è garantire il lavoro a tutte queste persone che abbiamo da anni e che non vogliamo cambiare.

È anche importante consegnare un lavoro di qualità: è questo il primo biglietto da visita oggi che apre nuove porte in un settore in cui per le sue peculiarità non siamo in tantissimi.

Il nostro è un artigianato industriale perché è un artigianato vero e proprio, fatto dall’uomo, ma per un’industria che muove milioni di euro.

È una cosa anche strana: tutte le barche sono prodotte per un cliente finale che, anche preso singolarmente, è più potente dell’intero cantiere. È molto delicato l’equilibrio: da una parte abbiamo i clienti tra i più ricchi del mondo, dall’altra parte c’è un cantiere che è, sì industrializzato e organizzato, ma ha un alto fattore artigianale perché non costruiamo cose in maniera seriale, ma ciascuna barca è un prodotto unico.

Cosa rende speciale lavorare in questo settore?

La soddisfazione più grande è vedere una barca che prende forma e consegnarla, ma è una soddisfazione che è condivisa da tutte le maestranze che hanno partecipato al progetto.

Il bello della nautica è che il valore lo apprezzi anche nei dettagli tecnici: è da lì che capisci qual è la qualità del lavoro.

Tra le cose più belle imprenditorialmente e personalmente parlando della mia attività vi è il mix produttivo e organizzativo di Isol Marine, un’azienda che pesa molto sulle braccia ed è flessibile nella testa. Si basa, infatti, molto sul lato produttivo, come risorse interne, ma trova nelle risorse di Management la vera “Sala di Controllo” che fa la differenza tra noi ed i nostri competitors. Se prima eravamo un gruppo di artigiani, adesso con 70 persone e 5 milioni di fatturato, siamo diventati un’azienda, che vuol dire avere una visione di insieme, saper organizzare e programmare, saper analizzare costi e ricavi, essere pragmatici nonché pesare e pensare ogni azione in maniera strategica per il nostro sviluppo.

Senza di questo, mi conceda l’uso della metafora, si resta fermi nel porto e noi abbiamo un team per navigare in mare aperto.