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Economia della Bellezza è un progetto che si inserisce all’interno di Kaleidos, il Social Impact Lab di Banca Ifis che promuove attività a elevato impatto sociale a favore di persone e comunità, anche nella cultura.
Il market watch Economia della Bellezza torna nella sua quarta edizione per continuare a raccontare come il settore della Bellezza riesca a generare ricchezza attraverso un profondo legame con il business e le tradizioni del nostro Paese.
Nella nuova edizione dello studio abbiamo voluto approfondire il ruolo del “saper fare” dei Maestri d’Arte al servizio della manifattura, motore del modello produttivo del Made in Italy, con l’analisi delle dinamiche di acquisto nazionali e internazionali e la promozione del Made in Italy nel mondo.
E ci siamo spinti oltre, analizzando come gli operatori del turismo e il sistema manifatturiero e industriale collaborano nella creazione di un ecosistema virtuoso, valorizzandosi reciprocamente.
Il Made in Italy, con il suo carico di tipicità, tradizione e qualità continua ad esercitare il suo fascino all’estero.
Più del 60% dei consumatori, indipendentemente dal proprio Paese d’origine, acquisterebbe prodotti Made in Italy ricchi di «saper fare» o con un alto livello di personalizzazione. Il Made in Italy è valorizzato dalla disponibilità dei consumatori a spendere di più grazie all’elevata qualità e all’attenzione al design.
C’è sempre più Bellezza nel Pil italiano: a fine 2023 il contributo di questo particolare settore economico al Prodotto Interno Lordo nazionale è pari al 29,2%. Eccezionale conferma che la Bellezza ha continuato a contribuire alla crescita economica del nostro Paese. Per questa nuova edizione, abbiamo scelto di concentrarci in particolare su quanto l’eccellenza della manifattura Made in Italy abbia origine dal “saper fare”, il lavoro dei Maestri d’Arte, che lo rende una caratteristica particolarmente apprezzata anche sui mercati internazionali.
Il contributo al Pil dell’Economia della Bellezza nel 2023, a dimostrazione del ruolo trainante per l’economia italiana
La quota di fatturato delle imprese manifatturiere, in media, riconducibile al “saper fare” artigiano
è disposto a spendere di più per un prodotto Made in Italy
Dalla terza alla quarta edizione, come è cambiato il mondo dell’Economia della Bellezza?
Torna ai risultati della scorsa edizione
“Avendo scelto la moda e l’arredo artistico e di design come campo di analisi della ricerca 2023 sull’“Economia della Bellezza”, assieme a Banca Ifis si è scelto di interloquire con una serie di imprenditori che, usando un aggettivo tanto abusato quanto perfetto, non si può non definire visionari; sono uomini e donne dotati di una visione, cioè di quella particolare capacità di vedere che – l’etimologia è una chiave interpretativa potentissima – nella costruzione originaria latina di Videre contiene la radice id che si ritrova anche nel verbo greco Οἶδα e che indica il sapere. La “visione” è dunque la capacità di conoscere superando il mero senso della vista. Gli imprenditori che hanno accettato di offrire la loro storia e testimonianza sul tema della Bellezza a questo importante progetto sono creatori di progetti innovativi, rivoluzionari e a lungo termine a cui hanno dedicato ogni momento della loro vita o, in alcuni casi, della loro seconda esistenza professionale, votata alla formazione delle nuove generazioni e alla preservazione del bello, dopo decenni consacrati al benessere delle loro aziende.”
Fabiana Giacomotti, storica della moda e del costume
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