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#CoraggioImprese.

La storia di Matec

Come affronta l’emergenza Covid-19?

Matec, azienda toscana con sede a Massa, è impegnata nella produzione di macchinari per la filtrazione e la depurazione delle acque reflue per moltissimi settori. Nata del 2004, oggi ha uffici in tutti il mondo, dall’America all’Australia.

Secondo la normativa emanata nel contesto dell’emergenza Covid-19, Matec opera in un settore produttivo considerato essenziale: l’azienda quindi rimane aperta e operativa anche in questo periodo di difficoltà.

Matteo Goich, uno dei due soci fondatori, ci racconta come la sua azienda sta vivendo questo momento: le azioni messe in campo, le sfide che sta affrontando oggi e quelle che dovrà fronteggiare all’indomani dell’emergenza.

Gli impatti in azienda

Quale impatto ha avuto per Matec l’emergenza Covid-19 e come lo state affrontando?

L’impatto principale è sicuramente quello sulle persone. Nonostante la nostra azienda possa rimanere aperta, abbiamo scelto di fermare la produzione per due settimane proprio per garantire la sicurezza dei nostri operai e collaboratori.
Il personale amministrativo sta lavorando in regime di smart working, lato progettuale e commerciale il lavoro prosegue e fortunatamente abbiamo ricevuto nuove commesse anche nelle ultime due settimane. Prevediamo di riaprire in parte la prossima settimana, ma dovremo attendere ancora qualche giorno per una riapertura totale.

Abbiamo inviato una lettera ai nostri dipendenti per rassicurarli sulla nostra solidità: è un momento di forte incertezza ma Matec ce la farà e ne uscirà più forte di prima.

Inoltre vorremmo fare tutto il possibile a supporto dell’emergenza sanitaria: abbiamo fatto richiesta al Ministero per convertire permanentemente una parte della produzione al fine di poter produrre mascherine protettive nei prossimi mesi.

Qual è stata la sfida più grande in seguito all’emergenza e come la sta affrontando?

I momenti di crisi rappresentano anche un’opportunità, ma bisogna riuscire a trasformare le difficoltà in punti di forza.
Per questo stiamo già pensando a cosa faremo “dopo”: l’emergenza ci ha fatto capire che dobbiamo lavorare per rendere le nostre sedi all’estero il più autonome possibili.

Matec ha delle sedi in paesi dove commerciamo maggiormente come USA, Brasile e Germania, che dovranno diventare sempre più autonome sia per quanto riguarda la parte commerciale sia nel montaggio degli impianti. Immaginiamo che per un po’ di tempo non sarà semplice viaggiare, quindi i collaboratori esteri dovranno crescere velocemente. Si tratta di un processo che avevamo già pianificato, in maniera più graduale, ma che vista l’emergenza dovremo accelerare.

I pensieri di oggi e di domani

Delle misure statali messe in campo, quale vi è stata di maggior supporto?
Abbiamo utilizzato la cassa integrazione prevista dai decreti, in modo da poter mantenere maggiore liquidità in azienda.

Quale può essere “il pensiero dell’imprenditore in questo momento difficile”?
Il mio pensiero è quello di non mollare perché sono sicuro che usciremo da questo momento di difficoltà. Si tratta di un’emergenza che non è dovuta ad errori imprenditoriali dei singoli ma ad una contingenza che nessuno poteva prevedere.
Noi italiani diamo il meglio nei momenti di difficoltà e lo stiamo dimostrando ancora una volta.